Durante la Santa Messa, interessante di per sè per il fattore di novità rappresentato dal fatto che si è svolta all'aria aperta, sotto un cielo stellato come solo in questo periodo può capitare, con una lieve frescura ad allietare i presenti, si è distinto il messaggio, un ricco messaggio, che durante l'omelia il Sacerdote, Don Roberto, ha voluto trasmettere.
Un messaggio proposto con tesi filosofiche/teologiche rese semplici, pur nella loro complessità, dalla cura espositiva del Parroco.
Un messaggio che è stato uno stimolo a guardare avanti, sempre, per ACCOGLIERE LE NOVITÀ CON INTELLIGENZA, in ogni momento della vita di ciascuno di noi, siano esse novità positive ed entusiasmanti siano inaspettate, tristi e deludenti, per non scoraggiarsi mai neppure nei momenti più difficili.
Ed il riferimento alla figura di Edith Stein nel giorno della sua ricorrenza, Santa patrona della GMG, la Giornata Mondiale della Gioventù, è stato di rafforzativo proprio a queste tesi, grazie all'esemplare dimostrazione data dall'esperienza della filosofa e religiosa tedesca di origine ebraica convertitasi al cattolicesimo.
L'esperienza della Santa mi ha fatto ricordare un'esperienza esattamente opposta di un grande uomo, Elie Wiesel premio Nobel per la Pace (1986), che descrive in uno dei suoi massimi capolavori letterari, "La notte", la perdita della sua Fede a causa della tragica esperienza dell'Olocausto, il genocidio degli ebrei, da lui vissuto personalmente.
Così Wiesel descrisse, ne La notte, il tragico arrivo al campo di Auschwitz:
« Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. »
Ed è una perdita della Fede tragica, non ricercata, anzi!, tutt'altro, arrivata appunto involontariamente, vissuta con consapevolezza del vuoto che questa perdita crea nell'esistenza dell'essere umano ... conseguenza in questo caso delle nefandezze di cui può essere capace l'essere umano nella dimostrazione della sua peggiore bestialità!
...
Tutto questo per dire quanto è importante credere, noi cattolici diciamo nel Signore nostro Dio, altri diranno in altri o in qualche cos'altro, ma l'importante è non scoraggiarsi mai.
E ieri sera i nostri giovani adolescenti erano lì, dopo la Messa, con noi tutti intorno, noi di diverse età ma che in adolescenza e non solo abbiamo contribuito a mantenere in vita, come fanno loro oggi, vivendone gioie e dolori, quella compagnia che cambia i volti e i nomi, e che da non so neppure quanto esista, che tutti conoscono come "quelli della Chiesa".
Erano lì, i nostri giovani, loro che lì vivono le loro prime esperienze, i primi amori, le prime delusioni, ... e si sono fatti sentire con le loro aspettative e i loro sogni di una Bargagli che cresce con loro, per loro.
E se noi più grandi avremo la capacità e la volontà di aprirci maggiormente all'ascolto dando lo spazio utile ai nostri giovani, Bargagli crescerà meglio anche "grazie" a loro.
Nessun commento:
Posta un commento